Grazie all’Ande ieri il primo faccia a faccia tra i candidati alla presidenza della Provincia
Tutti contro tutti, animati da opposti pensieri ma anche da fratture interne, vittime della moltiplicazione di candidati e liste che sta sbeffeggiato il presunto bipolarismo della politica italiana: cinque degli attuali otto candidati alla presidenza della Provincia si sono confrontati ieri, guidati dalle domande di Simonetta Marfoglia, in una preziosa vetrina offerta loro da Irma Gamba, presidente dell’Ande che ha ringraziato tutti. Antonio Bresciani di “Antonio Bresciani per la provincia”. Giorgio Cancellieri della Lega Nord, Roberto Giannotti del Pdl, Matteo Ricci del Pd (e di altre sei liste che lo sostengono) e Giacomo Rossi de La Destra che aggrega anche da la Fiamma e dalla lista pensionati.
Un panorama variegato aperto dalla solidità di Antonio Bresciani che ha parato il colpo della domanda sulla sua candidatura prima sostenuta dai Liberi che lo hanno poi abbandonato: spiega senza remore di essere un uomo di destra, di voler cambiare la Provincia ma anche la dirigenza del centrodestra pesarese. Propositivo sui temi della Valmarecchia, si è scaldato parlando di entroterra e di sanità: “Essere colpiti da un infarto a Borgo Pace è molto diverso che esserlo lungo la costa”. Efficace e chiaro. Un nuovo assessorato, se vincerà, quello alla dismissione, con chiaro riferimento al passaggio dei sette comuni della Valmarecchia alla Romagna.
Più colorato Giorgio Cancellieri che oramai sfodera la verve di chi ha responsabilità di governo, che se la gode per l’exploit del burqa, che flirta con Ricci, s’infuria con Giannotti a suo giudizio causa della frantumazione del centrodestra pesarese, sfodera anche lui il suo assessore all’entroterra e, a rigor di cronaca strappa il primo applauso a una platea, schierata e suddivisa in claque geograficamente riconoscibili.
Roberto Giannotti mostra la sua esperienza nel ricacciare il peccato originale di essere il candidato della divisione, parlando della frantumazione del Pd, conosce la politica e il territorio e lo dimostra con la concretezza dei passaggi, alza i toni abilmente e quando chiude lancia il macigno: “Voglio parlare della questione morale, del fallimento di questa legislatura del business, di una giunta che schiera un vicepresidente e un capo di gabinetto indagati, e dove il presidente si è trovato una cimice nel vaso di fiori”. Il suo cavallo di battaglia è il piano di ammodernamento del sistema viario dell’entroterra e anche lui annuncia l’assessore alle aree interne.
Grandi consensi dal pubblico ottiene Giacomo Rossi, 26 anni di Apecchio: un eloquio ruspante ma efficace, rafforzato da chi rappresenta una esperienza quotidiana. Affonda in particolare contro Ucchielli, lo accusa di aver privilegiato alcune zone a scapito di altre, lo addita per aver svenduto il patrimonio idrico del territorio e per aver provocato con il suo disinteresse la secessione della Valmarecchia. Infine lancia la sua profezia guardando Ricci diritto negli occhi: “Vedrai che nell’entroterra tanti comuni questa volta cambieranno bandiera”.
Fonte: Corriere Adriatico
venerdì 1 maggio 2009
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1 commento:
bRAVO! TI VOTERO'!
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